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in onda su Rai 1

lunedì 23 marzo 2020

regia ROAN JOHNSON
sceneggiatura 
ANDREA CAMILLERI
FRANCESCO BRUNI
ROAN JOHNSON
tratta dal romanzo
“La concessione del telefono” di Andrea Camilleri
edito da SELLERIO EDITORE

collaborazione ai dialoghi
VALENTINA ALFERJ
direttore della fotografia
CLAUDIO COFRANCESCO
montaggio PAOLO LANDOLFI (a.m.c.)
fonico di presa diretta PAOLO SPIGNO
scenografia VERONICA ROSAFIO
arredamento SIMONA GAROTTA
costumi CHIARA FERRANTINI
musiche originali RALF HILDENBEUTEL
edizioni musicali RAI COM - PALOMAR
casting
BARBARA DANIELE
NIKE PIRRONE
trucco GIUSEPPE DESIATO
acconciature ELENA GREGORINI
operatore di macchina BRUNO FUNDARÒ
montaggio del suono GIUSEPPE D’AMATO
montaggio effetti sonori
FRANCESCO ALBERTELLI
fonico di mixage MARCOS MOLINA
aiuto regia MARCO TETI
edizione GIANNI MONCIOTTI
direttore di produzione
RAFFAELE PETRONE
organizzatore generale
VALERIO PALUSCI
produttori delegati
MARCO CAMILLI
LUIGI PINTO
produttore RAI
ERICA PELLEGRINI

una produzione PALOMAR
in collaborazione con RAI FICTION
prodotto da  
CARLO DEGLI ESPOSTI
e NICOLA SERRA
con MAX GUSBERTI

durata FILM TV 115’

CAST ARTISTICO
ALESSIO VASSALLO
THOMAS TRABACCHI 
FEDERICA DE COLA 
CORRADO FORTUNA 
con
DAJANA RONCIONE 
con
CORRADO GUZZANTI 
con la partecipazione di
FABRIZIO BENTIVOGLIO
con
NINNI BRUSCHETTA 
e con
MICHELE DI MAURO 
ANTONIO ALVEARIO 
SERGIO VESPERTINO 
EMMANUELE AITA 
ALESSANDRO SCHIAVO 
FRANCESCO BRANDI 
GIUSEPPE PROVINZANO

Pippo Genuardi, nato a Vigàta il 3 settembre 1856, è un commerciante di legnami. Ma sia chiaro: quella non è la sua occupazione maggiore, anzi, potremmo dire che il suo vero talento è quello di cacciarsi nei guai.
Spiantato, ironico, amante delle donne e della tecnologia, Pippo sembrerebbe aver messo la testa a posto sposando Taninè Schilirò, figlia dell’uomo più ricco di Vigàta, ma il nostro protagonista è appunto un uomo che in realtà non si accontenta mai.
E così, spedendo tre lettere al Prefetto Marascianno (un napoletano paranoico e complottista), mette in moto un meccanismo che lo porterà a trovarsi sotto due fuochi incrociati: lo Stato, che pensa di avere a che fare con un pericoloso sovversivo, e l’uomo “di rispetto” Don Lollò, che inizia a credere che il Genuardi lo stia prendendo per fesso.
Per ottenere l’agognata “concessione del telefono”, infatti, Genuardi sarà disposto a tutto: cercare l’appoggio di suo suocero, ma anche della mafia; corrompere funzionari pubblici e tradire il suo vecchio amico Sasà.
Il tutto sotto gli occhi del Questore Monterchi, venuto dal Nord, che osserverà sgomento e impotente il concatenarsi folle degli eventi.
 
 
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